La propriocezione: riabilitazione e trattamento

  • 30. Jan. 25
La propriocezione: riabilitazione e trattamento

La riabilitazione propriocettiva è sempre più riconosciuta come una forma di medicina, grazie alle sue solide basi scientifiche. Scopri cos'è la propriocezione, come funziona e l’importanza di questo approccio nei centri fisioterapici specializzati, come quello a Roma Balduina.

La propriocezione: riabilitazione e trattamento

Scopriamo insieme come migliorare la capacità propriocettiva presso il nostro Centro di Fisioterapia ed Osteopatia a Roma Balduina

  • Introduzione 
  • Cos'è la propriocezione
  • Cosa significa riabilitazione propriocettiva 
  • In cosa consiste la piramide di Panjabi?
  • Strumenti propriocettivi
  • Bibliografia

 

Introduzione

Negli ultimi anni, la riabilitazione propriocettiva ha acquisito un'importanza crescente. Questo perché l’esercizio terapeutico e il corretto movimento sono sempre più supportati da solide evidenze scientifiche, tanto che molti medici considerano l’esercizio, come quello svolto in centri fisioterapici specializzati, ad esempio presso lo studio di fisioterapia ed osteopatia presso Roma balduina, come una vera e propria forma di medicina, equiparandolo a un farmaco.
In questo articolo, esamineremo questa tipologia di riabilitazione, analizzandone il significato, le caratteristiche principali e le ragioni della sua rilevanza.

Cos’è la propriocezione

La propriocezione è un termine che deriva dal latino proprius, che significa "appartenere a sé stesso". Introdotto dallo studioso Sherrington, è un concetto fondamentale in riabilitazione e si riferisce alla capacità di percepire e riconoscere la posizione e il movimento del proprio corpo nello spazio. Per chiarire meglio, alcuni esempi pratici includono: posizionare il piede correttamente sul gradino successivo mentre si salgono le scale, centrare un bersaglio durante il lancio di una palla o mantenere l’equilibrio su un piede solo, anche su una superficie instabile.
Questo controllo motorio è reso possibile grazie a una rete di recettori presenti nella cute, nelle articolazioni e nei legamenti. Questi recettori inviano informazioni al cervello, che le elabora e invia ai muscoli i segnali necessari per contrarsi o rilassarsi, producendo un movimento ergonomico e funzionale, adatto all'obiettivo che si vuole raggiungere. Sebbene il processo sia più complesso, questa spiegazione semplificata aiuta a comprendere meglio il tema.
In presenza di dolore o limitazioni funzionali in un arto o in una specifica parte del corpo, sia l’aspetto propriocettivo che quello muscolare tendono a diminuire. Per recuperare una corretta funzionalità, è essenziale includere la riabilitazione propriocettiva nel percorso terapeutico.

Cosa significa riabilitazione propriocettiva

La riabilitazione propriocettiva comprende una serie di tecniche ed esercizi utilizzati in fisioterapia per ristabilire e migliorare la propriocezione del corpo, di un’articolazione o di un arto specifico. Questo obiettivo viene raggiunto attraverso l’impiego di tecniche manuali, come la mobilizzazione passiva o attiva-assistita, e esercizi attivi mirati.
Molti di questi esercizi vengono eseguiti con l’ausilio di strumenti come pedane oscillanti o superfici irregolari, progettati per stimolare i recettori periferici. L’obiettivo principale è quello di migliorare e ottimizzare il movimento fisiologico, rendendolo sempre più ergonomico e funzionale per il corpo.

In cosa consiste la piramide di Panjabi?

La riabilitazione propriocettiva riveste un ruolo cruciale nel recupero e nel miglioramento delle performance motorie.

Hai mai sentito parlare dello schema di Panjabi relativo alla stabilità articolare?

La piramide di Panjabi, sviluppata nel 1992, descrive come la stabilità di un’articolazione sia garantita dall'interazione di tre elementi principali:
• Anatomici: comprendono la forma, la solidità e le dimensioni dei margini ossei, oltre a componenti articolari, capsulari e legamentosi.
• Muscolari: includono la forza e l’attivazione dei muscoli stabilizzatori durante il movimento.
• Propriocettivi: si riferiscono alla capacità di coordinare un’articolazione o un complesso articolare, come un intero arto, per raggiungere un determinato obiettivo motorio.
Questo schema evidenzia come la riabilitazione propriocettiva debba procedere di pari passo con il recupero della forza motoria, con la terapia fisica e la terapia manuale, sviluppata in diversi centri riabilitativi fisioterapici, come accade presso lo Studio fisioterapico ed osteopatico di Roma Balduina, per ottenere una stabilità articolare ottimale.

Strumenti propriocettivi

Nella riabilitazione propriocettiva si utilizzano diversi strumenti, ognuno con specifiche applicazioni e finalità. Ecco i più comuni:
• Il pavimento: sì, proprio il suolo. Non servono esercizi complessi per lavorare sulla propriocezione. Ad esempio, per migliorare o recuperare le prestazioni motorie di un atleta che si muove su superfici stabili, esercizi a corpo libero su un piano regolare, eventualmente intensificati con pesi ed elastici, possono essere sufficienti. Durante questi esercizi, piedi, ginocchia o altre parti del corpo poggiano direttamente sul pavimento.

• La Tavoletta di Freeman: creata circa 50 anni fa dallo studioso Freeman, è uno degli strumenti più diffusi in fisioterapia e in palestra. Utilizzata per la riabilitazione, la prevenzione e il miglioramento delle performance motorie, è costituita da una piattaforma rotonda o rettangolare che poggia su una base instabile:
- Con una base semisferica, la tavoletta oscilla in tutte le direzioni.
- Con una base rettangolare, l’oscillazione avviene solo in due direzioni. Gli esercizi prevedono spesso l’appoggio su un piede (monopodalico) e possono essere eseguiti mantenendo il corpo statico o in movimento. Questo strumento, noto anche come tavoletta propriocettiva, è indispensabile nella riabilitazione dopo distorsioni di caviglia, migliorando così la performance e riducendo il rischio di recidiva del paziente interessato.

• Sistemi propriocettivi avanzati: dispositivi moderni dotati di tecnologia che registrano i movimenti del paziente su una tavoletta propriocettiva e li trasmettono in tempo reale a un computer. Grazie al feedback visivo, il paziente può monitorare i propri movimenti e correggerli. Questi sistemi permettono anche di confrontare i progressi tra le diverse sessioni.
Tra questi sistemi di ultima generazione, ritroviamo il “Tecnobody Walker View”, un tapis-roulant sensorizzato utilizzato sia a scopo riabilitativo che valutativo. Lo stesso consente di tracciare in tempo reale ed immediata un’analisi dell’andatura o deambulatoria anche in pazienti affetti da problematiche muscolo-scheletriche (ad esempio interessati da ricostruzione di LCA, pazienti con protesi d’anca e ginocchio) e neurologici (parkinsoniani, pazienti affetti dalla malattia di Charcot – Marie – Tooth, pazienti con ictus). Questa tipologia di sistema si compone di:
- Un nastro composto da celle di carico
- Un PC posto lateralmente al dispositivo, su cui il terapista può controllare le funzionalità
- Videocamera 3D posta davanti al nastro per visualizzare e riportare i vari cicli del passo
- Un monitor posto al di sopra della videocamera, che consente sia al paziente che al terapista di avere un feedback visivo diretto o anche uditivo indiretto, per ottenere dalla stessa in fase avanzata una prestazione più allenante per il paziente coinvolto.

• Pedana propriocettiva: un cuscino circolare in gomma rigida, riempito di aria o acqua, che offre una superficie instabile. Quando il corpo vi si poggia, deve adattarsi continuamente, coinvolgendo piede, caviglia, ginocchio, anca e tronco. Per esercizi che coinvolgono entrambi i piedi (appoggio bipodalico), si utilizzano solitamente due pedane. Sono impiegate anche per la riabilitazione dell’arto superiore, usando le mani come punto di appoggio.
Tra questi ritroviamo la pedana stabilometrica o Balance Sistem 3D, utilizzata anch’essa sia in ambito valutativo che riabilitativo. la stessa si compone di:
- Pedana basculante, che può essere sfruttata sia con appoggio monopodalico e sia con appoggio bipodalico. La pedana può essere modulata da parte del terapista, consentendo alla stessa di poter essere sbloccata o meno durante la performance. Il tutto dipende dalla condizione patologica e dalla fase, acuta o cronica, che il paziente si trova ad affrontare;
- Schermo touch-screen, posto frontalmente;
- Maniglie di supporto o di appoggio, consentendo di lavorare in piena sicurezza nei confronti del paziente. Attraverso questo dispositivo possiamo, noi terapisti, sviluppare e applicare diversi sistemi di apprendimento utili al paziente al fine di ottenere una prestazione allenante a livello propriocettivo e muscolare o ottenere una valutazione globale di quello che è lo stato attuale del proprio equilibrio statico e dinamico;

• Bosu: una mezza sfera con una base piatta. Può essere utilizzata con la parte curva verso l’alto per esercizi su una superficie instabile o con la parte piatta verso l’alto per appoggiare mani, piedi o gomiti. Simile alla pedana propriocettiva, offre una superficie piatta e stabile da un lato e instabile dall’altro.
• Fit Ball: grandi sfere di gomma gonfiate ad aria, ampiamente utilizzate sia in palestra che in fisioterapia. Con queste si eseguono vari esercizi per migliorare equilibrio, forza e propriocezione.

Ogni strumento è selezionato e scelto in base agli obiettivi specifici del paziente, contribuendo al miglioramento delle sue capacità propriocettive e motorie.

 

BIBLIOGRAFIA 

Pfeufer D, Gililland J, Böcker W, Kammerlander C, Anderson M, Krähenbühl N, Pelt C. Training with biofeedback devices improves clinical outcome compared to usual care in patients with unilateral TKA: a systematic review. Knee Surg Sports Traumatol Arthrosc. 2019 May;27(5):1611-1620. doi: 10.1007/s00167-018-5217-7. Epub 2018 Oct 17. PMID: 30334150.

Lazarou L, Kofotolis N, Pafis G, Kellis E. Effects of two proprioceptive training programs on ankle range of motion, pain, functional and balance performance in individuals with ankle sprain. J Back Musculoskelet Rehabil. 2018;31(3):437-446. doi: 10.3233/BMR-170836. PMID: 28946541.

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