Le fratture a carico del tratto cervicale

  • 09. Nov. 24
Le fratture a carico del tratto cervicale

Le fratture vertebrali cervicali, pur non essendo frequenti, presentano un alto rischio di complicanze neurologiche rispetto ad altre lesioni vertebrali. A causa delle potenziali conseguenze gravi, come la tetraplegia, questi casi sono trattati principalmente in centri di riabilitazione neurologica intensiva, mentre i centri di fisioterapia privata, come lo Studio di Fisioterapia ed Osteopatia a Roma Balduina, vengono gestiti solo alcune di queste condizioni.

Le fratture a carico del tratto cervicale

Scopriamo insieme come trattare questa condizione presso il nostro Centro di Fisioterapia ed Osteopatia presso Roma Balduina

• Introduzione
• Cenni anatomo-fisiologici del tratto cervicale
• Le fratture più frequenti a carico del tratto cervicale
• Fratture cervicali: segni e sintomi
• Come avvengono le fratture a carico della porzione cervicale?
• Fratture cervicali: cure e rimedi
• L’importanza dell’immobilizzazione per le fratture cervicali
• Fratture cervicali: l’importanza del trattamento fisioterapico
• Bibliografia

 

Introduzione

Le fratture vertebrali non presentano un’incidenza elevata né rispetto agli altri segmenti vertebrali né rispetto ad altre strutture ossee. Sebbene questo tipo di lesioni non sia così comune come nel tratto dorso-lombare, è importante sottolineare che, a differenza di quest'ultimo, le fratture cervicali sono più soggette a complicanze neurologiche. Nonostante alcune di queste condizioni vengono trattate presso centri fisioterapici, come presso lo Studio Fisioterapico ed Osteopatico di Roma Balduina, non è molto frequente trovare questo tipo di condizioni cliniche nei centri privati di fisioterapia. Infatti, poiché le fratture cervicali possono avere conseguenze gravi, come la tetraplegia – ovvero la paralisi di tutti e quattro gli arti causata dalla lesione midollare, queste sono generalmente trattate in centri specializzati di riabilitazione neurologica intensiva.

Le fratture vertebrali possono essere classificate in due grandi gruppi:
Fratture mieliche: includono un coinvolgimento del midollo spinale. A causa delle gravi conseguenze neurologiche che ne derivano, come la tetraplegia, queste fratture vengono trattate principalmente in centri neurologici all’avanguardia.
Fratture lombari amieliche: come suggerisce il termine, non comportano danni importanti al sistema nervoso; pertanto, queste condizioni vengono trattate anche in centri privati di fisioterapia.

Come avrai notato, differenziare le fratture mieliche da quelle amieliche è cruciale, poiché influisce significativamente sull'inquadramento clinico, sulla prognosi e sul relativo percorso riabilitativo.
durante la lettura di questo articolo, potrai apprezzare l'anatomia e la fisiologia del tratto cervicale, analizzeremo insieme queste fratture con le possibili conseguenze a carico del sistema osseo, muscolare e nervoso, fino ad introdurre così le modalità di trattamento più adatta.

Cenni anatomo-fisiologici del tratto cervicale

Il tratto cervicale è una porzione della colonna vertebrale, situata tra il tratto dorsale, inferiormente, e il cranio, superiormente. È composto da 5 vertebre, che nei referti clinici vengono indicate con le abbreviazioni C1, C2, C3, C4 e C5, dove "C" sta ad indicare appunto la porzione cervicale.
Questo è uno dei segmenti più mobili della colonna vertebrale. Tale mobilità è essenziale per garantire una buona capacità visiva dell'ambiente circostante, ma allo stesso tempo rende il collo più vulnerabile, in particolare per quanto riguarda la stabilità.
Il tratto cervicale, come anche quello lombare, fisiologicamente presenta una curvatura con concavità posteriore, nota come lordosi.

Le fratture più frequenti a carico del tratto cervicale

Le vertebre più frequentemente soggette a frattura sono le ultime cinque, da C3 a C7. Una frattura delle prime due vertebre, oltre ad essere estremamente improbabile, raramente si associa a complicazioni a carico del midollo spinale, a causa della conformazione ristretta del canale spinale in questa zona. Tuttavia, nel raro caso in cui si verifichi una frattura a questo livello, essa comporta quasi sempre un esito fatale immediato.

Fratture cervicali: segni e sintomi

Tale condizione patologica viene associata ai seguenti segni clinici:
• Posizione del capo in flessione;
• Dolore spontaneo che aumenta alla pressione del segmento fratturato;
• Intensa contrattura e rigidità muscolare;

In presenza di complicazioni del canale midollare, possono comparire ulteriori sintomi, come:
• Tetraplegia flaccida con assenza di riflessi;
• Paralisi del diaframma, poiché il nervo frenico, che controlla questo muscolo, ha origine dalla terza radice cervicale;
• Paralisi della vescica e del retto;
• Paralisi respiratoria, nel caso in cui la lesione coinvolga la prima, la seconda o la terza vertebra cervicale;
• Altre condizioni riscontrabili anche nelle fratture mieliche dorso-lombari, come broncopolmoniti, cistopieliti, ecc.

I sintomi di una frattura cervicale possono variare in base alla gravità della lesione, ma comunemente includono dolore intenso e persistente al collo, limitazione o perdita della mobilità cervicale, rigidità muscolare, e possibile gonfiore nella zona interessata. In casi più gravi, possono verificarsi sintomi neurologici come formicolio, intorpidimento o debolezza a livello delle braccia e delle mani, difficoltà respiratorie e perdita del controllo degli arti inferiori, segnalando così un possibile coinvolgimento del midollo spinale.

Come avvengono le fratture a carico della porzione cervicale?

Le fratture del rachide cervicale sono generalmente causate da traumi che provocano un improvviso movimento di flesso-estensione del collo. Questa situazione può verificarsi, ad esempio, in caso di incidente stradale con un violento colpo di frusta, in seguito all’impatto della testa contro il parabrezza dell’auto, oppure in situazioni in cui un oggetto pesante cade direttamente sulla testa. In alcune circostanze, le fratture delle vertebre cervicali che coinvolgono le apofisi articolari possono essere accompagnate da una lussazione, assumendo così la denominazione di "frattura-lussazione".
A seconda del tipo di frattura, la prognosi può variare, passando dal semplice riposo a letto per consentire la calcificazione della lesione ossea fino alla necessità di ricovero presso una struttura neurologica specializzata.

Fratture cervicali: cure e rimedi

Il trattamento delle fratture cervicali differisce da quello delle fratture dorso-lombari, poiché è più complesso ottenere una riduzione senza intervento invasivo. L'immobilizzazione, infatti, viene realizzata tramite l'applicazione di un ausilio che stabilizzi tale struttura, come il gesso di Minerva o il collare Philadelphia, che deve essere mantenuta per circa 90 giorni. In alcuni casi, specialmente quando è presente una lussazione, si ricorre alla trazione transparietale di Crutchfield, in cui la staffa di trazione è ancorata alle ossa parietali del cranio. Inoltre, esistono situazioni in cui è richiesto l'intervento chirurgico.

L’importanza dell’immobilizzazione per le fratture cervicali

L'immobilizzazione rappresenta un aspetto cruciale nel trattamento di qualsiasi frattura, in quanto, prima di tutto, previene un peggioramento della condizione e, successivamente, facilita il processo di guarigione accelerando i tempi di recupero. Grazie all'immobilizzazione, si crea un ambiente stabile che favorisce una corretta calcificazione dell'osso, riducendo il rischio di complicanze come malformazioni o ritardi di consolidazione e successiva guarigione. Inoltre, una gestione adeguata dell'immobilizzazione può influire positivamente sulla riduzione del dolore e sul miglioramento della funzionalità a lungo termine, permettendo un ritorno più rapido alle normali attività quotidiane.

Fratture cervicali: l’importanza del trattamento fisioterapico

Tutte le immobilizzazioni menzionate nel paragrafo precedente vengono seguite dall'inizio del percorso fisioterapico: ma cosa possiamo ottenere dalla fisioterapia? Quali sono le tecniche maggiormente utilizzate e quali sono gli obiettivi del percorso riabilitativo?

La riabilitazione fisioterapica successiva a frattura vertebrale cervicale amielica mira a rieducare il paziente al corretto movimento del collo e non solo, per consentire il recupero del maggior numero di movimenti possibile. Nei casi meno complicati, se il paziente è seguito da un fisioterapista qualificato, è possibile ottenere un buon recupero motorio. Tuttavia, è difficile definire un protocollo riabilitativo standardizzato per questo tipo di fratture, poiché esistono numerose varianti. Pertanto, in questo percorso ci concentreremo sulle tecniche che comunemente vengono utilizzate, evitando dettagli specifici per singolo paziente.

All'inizio del percorso terapeutico, come svolto anche presso il nostro Centro di Fisioterapia ed Osteopatia a Roma Balduina, il fisioterapista si concentrerà su un trattamento antalgico e antinfiammatorio, con l'obiettivo di ridurre il dolore e migliorare la mobilità dei tessuti. Oltre alla massoterapia, quando possibile, si implementa la terapia fisica ad alta tecnologia che possa stimolare la guarigione accelerando i tempi di recupero.

Tra questi strumenti vi sono:
Tecarterapia;
Ultrasuoni;
Magnetoterapia;
Laser ad alta potenza;
Interix;
Progredendo con le sedute, si procede all'impostazione di un allenamento specifico di stabilizzazione, con esercizi mirati a rafforzare la muscolatura stabilizzatrice del collo, al fine di garantire una maggiore stabilità al tratto cervicale, che deve sostenere il cranio, uno degli elementi più pesanti del corpo umano. Questa fase è tanto importante quanto delicata: gli esercizi devono essere eseguiti con cautela evitando ulteriori compensi, e il loro dosaggio è essenziale affinché risultino allenanti e non peggiorativi rispetto la condizione.

Avanzando con la riabilitazione, vengono introdotti esercizi che coinvolgono l'intera colonna vertebrale, volti a migliorare l'equilibrio e la funzionalità. Iniziale, verranno eseguiti esercizi a corpo libero e, solo successivamente, il fisioterapista introdurrà le resistenze adeguate usufruendo di attrezzi come pesi, elastici e tavolette oscillanti.
Va ricordato che, pur non essendo sempre possibile un recupero completo della funzione da questo tipo di fratture, l'obiettivo sarà quello di ottenere il massimo recupero possibile. Per tale motivo, è sempre consigliabile rivolgersi ai migliori centri di fisioterapia che implementino un team interdisciplinare adeguato alla specifica condizione.

BIBLIOGRAFIA

Schären S, Jeanneret B. Atlasfrakturen [Atlas fractures]. Orthopade. 1999 May;28(5):385-93. German. doi: 10.1007/PL00003622. PMID: 10394597.

Smith RM, Bhandutia AK, Jauregui JJ, Shasti M, Ludwig SC. Atlas Fractures: Diagnosis, Current Treatment Recommendations, and Implications for Elderly Patients. Clin Spine Surg. 2018 Aug;31(7):278-284. doi: 10.1097/BSD.0000000000000631. PMID: 29620588.

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